L’Umidità negli Edifici: Deumidificazione Tecnica e modalità di Risanamento

L’umidità all’interno degli edifici rappresenta un problema complesso e dalle molteplici implicazioni, sia in termini di patologie edilizie che di salubrità degli ambienti. La presenza eccessiva di umidità può condurre a una serie di problematiche, tra cui la formazione di efflorescenze saline, la proliferazione di muffe e la degradazione dei materiali da costruzione.

Cause dell’Umidità

L’Acqua, in tutte le sue forme, stato liquido, stato solido e gassoso, rappresenta la causa e il fattore scatenante, delle patologie edilizie che colpiscono, materiali e involucro edilizio in generale, esercitando la sua azione in maniera diretta o indiretta sullo stesso.

  • Stato liquido: Pioggia, Condensa, Falda…
  • Stato solido: Neve e Ghiaccio
  • Stato gassoso: Nebbia

Le cause dell’umidità negli edifici sono molteplici e possono essere ricondotte a:

  • Risalita capillare: Ascensione dell’acqua dal terreno attraverso i pori dei materiali da costruzione.
  • Infiltrazioni: Penetrazione dell’acqua meteorica attraverso lesioni o discontinuità dell’involucro edilizio.
  • Condensazione superficiale: Deposizione di vapore acqueo sulle superfici interne fredde.
  • Umidità di costruzione: Acqua intrappolata nei materiali da costruzione durante la fase di realizzazione dell’edificio (la più sottovalutata).
Conseguenze dell’Umidità

La presenza di umidità all’interno di un edificio può determinare una serie di conseguenze negative, tra cui:

  • Degrado dei materiali: Muffe, alghe, efflorescenze saline, deterioramento materico e distacchi di intonaci.
  • Problemi di salute: Allergie, asma e altre patologie respiratorie legate alla presenza di spore fungine e altri inquinanti biologici.
  • Disagio abitativo: Sensazione di freddo, umido e muffa, con conseguente riduzione del comfort abitativo.
Interventi di Risanamento

Gli interventi di risanamento da umidità devono essere preceduti da un’accurata diagnosi delle cause del problema. Le tecniche diagnostiche più comuni sono: analisi visiva, termografia, igrometria, pirometri, test del carburo, video ispezioni, analisi chimiche. Vi sono altre tecniche meno diffuse che verranno illustrate in un altro specifico approfondimento.

In base ai risultati della diagnosi, si potranno adottare le seguenti tipologie di intervento:

  • Interventi sulle strutture:
    • Barriere chimiche: Iniezione di speciali resine per bloccare la risalita capillare.
    • Impermeabilizzazioni: Applicazione di membrane, sigillanti, o intonaci impermeabili per proteggere l’edificio dalle infiltrazioni.
    • Isolamento termico: Riduzione dei ponti termici e miglioramento dell’isolamento dell’involucro edilizio per limitare la condensazione superficiale.
  • Deumidificazione, tecniche più diffuse :
  • Deumidificatori: Apparecchiature che assorbono l’umidità dall’aria attraverso processi di condensazione o adsorbimento.
    • Ventilazione meccanica controllata (VMC): Sistemi che garantiscono un continuo ricambio d’aria, favorendo la dispersione dell’umidità.
    • Bombardamento a microonde: Cannoni direzionali in grado di sparare microonde
    • Irraggiamento: è un tipo di tecnica indiretta che sfrutta gli infrarossi
    • Sistemi elettrofisici: agiscono sulla polarità dell’umidità presente
Deumidificazione Tecnica: Strumenti e Tecniche

La deumidificazione tecnica si avvale di specifici strumenti e tecniche per ridurre l’umidità negli ambienti e nell’involucro. L’importanza della deumidificazione tecnica, si basa su un fondamento importante, ossia la certezza del risultato. A differenza dell’asciugatura naturale, questa permette in maniera qualitativa di ridurre il grado igrometrico presente nel manufatto.

Tra i principali dispositivi utilizzati troviamo:

Deumidificatori:

Deumidificatori a condensazione: Sono i più comuni e utilizzano un ciclo frigorifero per raffreddare l’aria e condensare l’umidità. Sono ideali per ambienti domestici e offrono un buon rapporto qualità/prezzo.

Deumidificatori ad assorbimento: Utilizzano materiali igroscopici (come il gel di silice) per assorbire l’umidità dall’aria. Sono più efficienti in condizioni di bassa temperatura e alta umidità relativa, ma hanno costi di gestione più elevati.

Deumidificatori rotativi: Combinano i principi della condensazione e dell’adsorbimento, offrendo un’elevata capacità di deumidificazione e una maggiore flessibilità d’uso.

Ventilatori:

Ventilatori assiali: Generano un flusso d’aria parallelo all’asse del rotore e sono utilizzati per distribuire l’aria deumidificata nell’ambiente.

Ventilatori centrifughi: Generano un flusso d’aria perpendicolare all’asse del rotore e sono utilizzati per creare una depressione che favorisce l’estrazione dell’aria umida.

La scelta del deumidificatore e del ventilatore più adatto dipende da diversi fattori:

  • Dimensioni dell’ambiente: La capacità di deumidificazione e la portata d’aria del ventilatore devono essere adeguate al volume dell’ambiente.
  • Livello di umidità: Per ambienti molto umidi, sono indicati deumidificatori ad alta capacità e ventilatori potenti.
  • Temperatura ambiente: I deumidificatori a condensazione funzionano meno efficacemente a basse temperature. In questo caso occorre integrare con sistemi di riscaldamento attivo (cannoni aria calda, termo ventilatori, pannelli infrarossi o tramite impianto di riscaldamento se presente).
  • Posizionamento: Il posizionamento dei dispositivi deve essere accuratamente valutato per garantire una distribuzione uniforme dell’aria deumidificata.

Ventilazione Meccanica Controllata (VMC):

La VMC è un sistema che permette di rinnovare continuamente l’aria interna di un edificio, garantendo un ambiente sano e confortevole. Esistono diverse tipologie di VMC:

  • VMC a semplice flusso: L’aria viziata viene estratta dall’ambiente e sostituita da aria esterna.
  • VMC a doppio flusso: L’aria viziata viene estratta e contemporaneamente viene immessa aria esterna, pretrattata per quanto riguarda temperatura e umidità.
La Deumidificazione Tecnica: Un Passo Fondamentale

La deumidificazione tecnica rappresenta una fase cruciale nel processo di risanamento da umidità. Essa permette di:

  • Ridurre l’umidità relativa: Limitando la proliferazione di muffe e batteri.
  • Accelerare i tempi di asciugatura: Favorendo l’evaporazione dell’acqua presente nei materiali.
  • Migliorare l’applicazione dei materiali: favorisce l’adesione delle nuove malte sul supporto e relativa maturazione.
  • Migliorare la qualità dell’aria interna: Eliminando gli agenti inquinanti e creando un ambiente più salubre.
  • Risanare danni importanti: a seguito di importanti eventi infiltrativi accidentali, tra cui perdite idriche, alluvioni, ecc, andando a riequilibrare il grado di umidità presente nel manufatto.

Da qui, si evince l’importanza della preparazione del supporto murario o di una qualunque componente dell’edificio, ai fini di un corretto e duraturo intervento di risanamento dello stesso.

Quando diventa necessario Deumidificare?
  • Danni al fabbricato dovuti a decomposizione chimica e fisica dei materiali da costruzione
  • Presenza di Muffa, Funghi, Acari e attività biologiche varie
  • Corrosione a tubature, armature e altri tipi di materiali metallici nel fabbricato
  • Condizioni ambientali dannose per la salute, elevato tasso di Umidità Relativa e comfort termoigrometrico scarso

Normativa Tecnica

La normativa tecnica italiana prevede una serie di disposizioni volte a garantire la salubrità degli ambienti indoor e a prevenire i danni causati dall’umidità. Tra le principali norme di riferimento si citano:

  • UNI EN ISO 13788: Specifica i metodi per il calcolo di rischio muffa e condensa negli edifici.
  • UNI EN 15026: Definisce i criteri dei modelli di simulazione per la valutazione dello comportamento termo-igrometrico degli edifici.
  • Regolamenti Sanitari e linee guida generali:
    • Vengono definiti in linea di massima i valori di umidità che dovrebbero essere presenti nell’edificio. In genere, si considera un valore di umidità relativa Rh% compreso tra il 40% e il 60% come ottimale per il benessere umano e per prevenire la formazione di muffe.
    • Punto di rugiada: È importante che la temperatura superficiale delle pareti interne sia superiore al punto di rugiada (dew point) dell’aria per evitare la condensazione e la formazione di muffe.

Va evidenziato che il quadro normativo sopra citato fa riferimento soprattutto alle metodologie di calcolo progettuale per rischio condensa e valutazione termo-igrometrica dell’edificio, ma non fanno alcun riferimento alle modalità e ai protocolli di risanamento per la riduzione dell’umidità nel manufatto. Tutt’oggi in Italia non esiste norma specifica.

Conclusioni

L’umidità negli edifici rappresenta un problema complesso che richiede un approccio multidisciplinare e l’intervento di professionisti qualificati. Una diagnosi accurata, combinata con l’adozione di soluzioni tecniche adeguate, permette di risolvere efficacemente i problemi di umidità e di garantire la durabilità e la salubrità degli edifici.

Autore: Ing. Gualtiero Piccinni

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